Nel 1500, Ambroise Paré progettò una delle prime protesi ad invasatura tradizionale di cui si abbia notizia. Essa può essere considerata un predecessore dell'attuale protesi ad invasatura, lo standard di cura mondiale.
Da allora, diversi design sono stati progettati a partire dalla protesi ad invasatura tradizionale per dare supporto ai pazienti nello svolgimento delle attività quotidiane con maggiore funzionalità.
Nonostante ciò, irritazioni cutanee, ulcere e difficoltà di adattamento della protesi rimangono problemi comuni con la tipologia di protesi ad invaso.I primi tentativi di osteointegrazione avvennero negli anni Quaranta. Diversi chirurghi e ricercatori inaugurarono studi sull'osteointegrazione transcutanea per amputati (TOFA). Questa procedura si riferisce a protesi metalliche impiantate nel corpo, che fuoriescono dalla cute e si connettono ad una protesi esterna.
Negli anni '80, Per-Ingvar Brånemark presentò un lavoro cominciato 15 anni prima a Gothenburg, che prevedeva l'uso del titanio in ossa di coniglio. Le ricerche di Brånemark sul fenomeno dell'osteointegrazione, ovvero la fusione biologica dell'osso con un materiale esterno, hanno portato a una rivoluzione nell'odontoiatria e negli impianti dentali.
Sulla base dei successi del padre, nel 1990 Rickard Brånemark ha realizzato la prima procedura di osteointegrazione con un dispositivo in titanio in un essere umano. Il paziente era in grado di camminare con le stampelle. Gli impianti hanno dovuto essere rimossi dopo 23 anni a causa di problemi con i tessuti molli.
L'indagine clinica sull'osteointegrazione è proseguita negli anni Novanta. Diversi studi hanno confermato che l'osteointegrazione evitava alcuni dei problemi cutanei causati dalle protesi ad invasatura, migliorava il range di movimento, dava maggior controllo sull'arto artificiale e migliorava la percezione sensoriale.
Nel 1998, fu definita la procedura OPRA (Osseointegrated Prostheses for the Rehabilitation of Amputees - Protesi osteointegrata per la riabilitazione degli amputati). Questa procedura è basata sull'uso di un impianto a vite, già usato in precedenza nell'odontoiatria. Il principale svantaggio di questi impianti è la bassa stabilità rotazionale iniziale rispetto ad altre tipologie di impianto.
Nel 1999, in Germania, è stato utilizzato per la prima volta un nuovo tipo di protesi "press-fit" su un amputato. Il nuovo tipo di impianti aveva una superficie porosa che mirava a raggiungere la fissazione con l'osso. Questo concetto era diverso dal design a vite utilizzato in precedenza nella procedura OPRA. Il nuovo intervento di tipo implantare fu chiamato Protesi Integrale di Gamba (ILP - Integral Leg Prosthesis).
Una nuova tecnica chiamata OPL è stata sviluppata nell'ultimo decennio dal Dr. Al Muderis e dai suoi colleghi. L'OPL è una procedura in un'unica fase rispetto ad altre tecniche come OPRA, ILP o POP, che richiedono l'esecuzione di 2 interventi. Inoltre, l'OPL mostra risultati clinici promettenti. Negli ultimi anni l'OPL è stato impiantato in oltre 800 paesi del mondo e i tempi di riabilitazione sono più rapidi rispetto all'OPRA.
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